chef Fabio Picchi

Intitolare un angolo a Fabio Picchi

La morte dello chef, scrittore e personaggio tv Fabio Picchi ha sconvolto Firenze. Un grande appassionato di cucina, il fondatore dello storico ristorante Cibrèo aperto nel 1979 nel cuore di Firenze e diventato un tempio della cucina toscana a cui negli anni si sono affiancati il Caffè Cibrèo, il Cibreino e il Teatro del Sale, fondato con la moglie Maria Cassi. Era malato da tempo ma fino ad alcuni giorni fa, dopo aver lasciato l’attività del ristorante al figlio Giulio, ancora lavorava al suo ultimo progetto, sempre nel quartiere di Sant’Ambrogio a Firenze: C.Bio – Cibo Buono Italiano e Onesto, una grande bottega-mercato.

“Il suo estro, la sua passione per la vita e per il suo lavoro, la sensibilità verso i temi dell’ambiente, dell’inclusione sociale facevano di Fabio una persona vera, animata dal desiderio di partecipare alla comunità fiorentina” (il sindaco Dario Nardella).

Non ho avuto il piacere di conoscere Fabio di persona (conosco il figlio Giulio), ma ne ho sempre apprezzato la personalità: simpatico, estroso, visionario, sensibile. Il suo modo delicato, quasi poetico, di portare innovazione in ogni preparazione senza offendere la tradizione, ma anzi inserendosi con grazia nel suo lento e progressivo mutamento. Aveva quella passione che riponeva in ogni sua parola, in ogni gesto. È stato un grande esempio di come l’esperienza della ristorazione sia un qualcosa che dovrebbe superare i freddi confini del piatto, sia per chi si siede a mangiare, ma anche per chi non si vede mentre è intento a lavorare con gli ingredienti.

Su change.org è nata una petizione per intitolare il canto che si trova tra via de Macci e via del Verrocchio, allo chef. “Quel pezzo di strada da 15 anni ospita tutta la ristorazione di Fabio Picchi. Per tante persone è da anni Canto del Picchi, facciamolo diventare reale. In questo modo lo spirito di Fabio Picchi resterà per sempre in quell’angolo della zona di Sant’Ambrogio che ha fatto diventare famoso ovunque si parli di buona cucina”. A questo link la petizione.

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Burro salato autoprodotto

Burro lavorato a mano

Il burro autoprodotto ha un gusto più gradevole e delicato rispetto a quello acquistato e le possibilità di variegarlo sono veramente tante

Il burro salato è un prodotto tipico francese in particolare della Bretagna ma è molto apprezzato anche in Inghilterra dove viene persino regalato per Natale in abbinamenti particolari e confezioni eleganti. In Italia si usa spalmato nel pane a colazione, con o senza l’aggiunta di marmellata, nella produzione di dolci e in altre ricette salate. In gelateria lo usiamo come ingrediente del gusto Cheesecake, per impreziosire i biscotti sbriciolati che usiamo sempre nel Cheesecake, nel gusto Biscotto e per preparare tutti i nostri waffle.

Burro salato autoprodotto

Il burro autoprodotto, ha un gusto più gradevole e delicato rispetto a quello acquistato e le possibilità di variegarlo sono veramente tante. Per questo motivo abbiamo anche deciso di confezionarlo e venderlo in diversi abbinamenti, diverse forme e in confezioni pratiche per conservarlo al meglio in frigorifero. In gelateria o sui delivery potrai trovare il nostro burro salato, il burro al cacao, il burro al matcha e le creme di burro al limoncello, al mirto sardo e al brandy.

Se hai un frullatore o meglio ancora una planetaria, puoi produrre da te il burro e decidere se salarlo o meno.

Ingredienti

  • 1l di panna fresca vaccina al 35% di grassi
  • 5g di sale fino

Materiale

  • Un frullatore con le fruste o una planetaria
  • Un colino
  • Un contenitore

Procedimento

Versare la panna fresca in un contenitore o nella ciotola della planetaria. Iniziare a sbatterla con le fruste e, una volta montata, non fermarsi per circa 20 minuti, quando la parte grassa si staccherà dalla parte più liquida. A questo punto avremo la nostra massa burrosa e il latticello che separeremo versando il tutto in un colino posizionato sopra un contenitore. Strizziamo con le mani la massa burrosa, aggiungiamo il sale e lavoriamolo come se stessimo impastando della pasta. Il nostro burro è pronto, possiamo avvolgerlo nella carta da forno o metterlo in uno stampino per dargli una forma particolare. Può essere conservato in frigorifero per un mese o in congelatore per tre mesi (più è bassa la temperatura, più a lungo si può conservare un alimento).
Il burro ottenuto per centrifugazione è circa un terzo del peso della panna fresca di partenza. Nel nostro caso, otterremo circa 330g di burro.

Burro salato autoprodotto

Tips

Il latticello può essere usato al posto del latte o dell’acqua nella preparazione di dolci e gelati.
Puoi aggiungere spezie o erbe e impastare il burro come con il sale.

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Pacini Gelati e Dolci 06

Pacini Gelati e Dolci di Paul Linn, Taiwan

Pacini Gelati e Dolci 01

Paul Linn è un ragazzo intelligente, educato e simpatico. Ha vissuto a Londra prima di venire a Firenze e intraprendere un percorso formativo che avrebbe rivoluzionato la sua vita. Ha frequentato il nostro corso teorico di base e poi ha affrontato uno stage di tre mesi all’Antica Gelateria Fiorentina, attivato grazie alla collaborazione con l’Accademia Riaci della vicina via dei Conti. Sono passati quasi sette anni, nel frattempo lui ha aperto Pacini Gelati e Dolci, gelateria a Koahsiung, Taiwan, che gestisce insieme alla sorella.

Sono andato a Roma nel 1999 e ho mangiato il gelato per la prima volta. Il gusto era indimenticabile e forse è allora che è nata la mia passione

Nei giorni scorsi gli ho scritto per sapere come sta e com’è la situazione nel suo Paese rispetto alla pandemia e alla crisi economica derivante: ne è nata una piacevole chiacchierata, come tra vecchi amici che non si sentono da diverso tempo. L’aspetto più “magico” per me, è stato quando oggi, prima di chiudere questo scritto, ho cenato con degli amici e una ragazza, i cui genitori vivono a Taiwan, conosce la gelateria Pacini di Paul: è stata una grande sorpresa!

Francesco: Ciao Paul, puoi raccontarmi come è nata la tua passione per il gelato e perché hai deciso di aprire una gelateria?

Paul: Sono andato a Roma nel 1999 e ho mangiato il gelato per la prima volta. Il gusto era indimenticabile e forse è allora che è nata la mia passione. Con alcuni amici volevamo avviare un’impresa e io ho suggerito un pasticceria e una gelateria italiana, così è nato Pacini (il nome della via dove ho abitato a Firenze) Gelati e Dolci. Il nostro logo riprende il particolare di un disegno presente all’Antica Gelateria Fiorentina prima della sua ristrutturazione. Al momento il gelato è il nostro prodotto principale, per sviluppare anche la pasticceria bisognerebbe avere un laboratorio più grande e più personale a disposizione.

Francesco: Puoi raccontarmi come è stata la pandemia a Taiwan?

Paul: La pandemia non ha colpito Taiwan così pesantemente come in Europa, ma l’anno scorso da maggio ad agosto abbiamo chiuso per tre mesi, e dopo abbiamo potuto aprire solo pochi giorni a settimana. La situazione è migliorata dopo novembre, ma il confine è ancora chiuso e questo significa niente turisti dall’estero.

Francesco: Quali sono i gusti preferiti dai tuoi clienti? Ci sono differenze tra il gelato in Italia e quello a Taiwan?

Paul: I gusti più popolari sono fiordilatte, pistacchio, stracciatella e fragola. Il gelato tradizionale a Taiwan non è lattiero-caseario; i gusti tradizionali sono taro, fagioli e ananas con acqua, farina di tapioca e maltosio. Quando abbiamo aperto Pacini Gelati e Dolci, un anziano italiano entrò in negozio. Io ero solo, lui mi chiese in italiano: “limone?”. “Oggi no”, risposi. Sembrava seccato e mentre andava via disse “questo non è gelato italiano!” Rimasi sconvolto, ma adesso io penso che quell’uomo fu un pochino antipatico. Abbiamo solo pozzetti con 12 gusti e li cambiamo frequentemente. Il limone non è molto popolare nella mia gelateria e per questo lo produciamo raramente.

A Taiwan i clienti preferiscono i gusti tradizionali come fiordilatte, stracciatella, cioccolato, fragola, ma anche qualsiasi gusto di té viene venduto velocemente

Alcuni clienti ci hanno detto che il nostro gelato è troppo dolce, ma per quanto io abbia ridotto lo zucchero nelle ricette, diverse persone continuano a dire che è troppo dolce. Per questo ho realizzato che non si possono soddisfare tutti i clienti. All’inizio offrivamo l’assaggio gratuito. Da quanto ho capito quando abitavo in Italia, è un modo per aiutare i clienti a decidere tra i gusti da scegliere, ma a Taiwan diversi clienti entravano per assaggiare tutti i gusti, o 6-7 per volta. Per questo motivo abbiamo deciso di offrire l’assaggio solo dopo l’acquisto di un gelato, anche piccolo. In ogni caso, al momento non offriamo più l’assaggio libero e questa è stata una giusta decisione.
A Taiwan i clienti preferiscono i gusti tradizionali come fiordilatte, stracciatella, cioccolato, fragola, ma anche qualsiasi gusto di té viene venduto velocemente. Ho prodotto alcuni gusti particolari come olio d’oliva, golden milk, zabaione, ma è stato veramente difficile venderli e questo, purtroppo, può avere effetto anche sulla tua creatività. L’abbinamento più recente che ho fatto è un sorbetto di pera con fiore d’Osmanto.

Cuor di Pardula - Taiwan

Francesco: Qual è il tuo ricordo più bello dell’esperienza a Firenze, all’Antica Gelateria Fiorentina?

Paul: Mi mancano tanto i giorni a Firenze, imparare all’Antica Gelateria Fiorentina, lavorare con te in laboratorio mi ha aiutato a capire come creare gusti, aggiustare e bilanciare le ricette e come svolgere le operazioni giornaliere da compiere in gelateria. Mi piacevano tutti i gusti, ma uno che trovavo veramente speciale era il Cuor di Pardula, crema ricotta e zafferano. L’ho prodotto anche a Taiwan, anche se qui è molto difficile reperire la ricotta fresca di pecora e, come ti ho detto prima, i gusti particolari sono più difficili da vendere.

Francesco: grazie mille Paul, spero di poterti riabbracciare presto a Firenze o a Kaohsiung.

 

Pacini gelati e dolci si trova in Via Dayi, 2/C8-16 Yancheng, Kaohsiung 80343 Taiwan.
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Ingredienti: labneh, crema di yogurt

Quando in gelateria nominiamo il formaggio, molti clienti italiani storcono il naso, forse perché con questo termine viene in mente un alimento da abbinare al salato più che al dolce. Normalmente basta citare la cheescake o l’accoppiata formaggio e pera per riportare tutti alla calma.
D’altra parte gli ingredienti principali del gelato sono (dovrebbero essere) il latte e la panna freschi, è naturale che ogni loro derivato possa essere utilizzato per le più svariate creazioni. Si va dalla ricotta di mucca nella classica cassata alla siciliana, alla ricotta salata di pecora nel nostro Cuor di Pardula (crema, ricotta, zafferano e scorza di agrumi); dal sapore pungente del Caprino, formaggio a pasta molle di capra usato nell’omonimo gusto su base latte di capra, alle scaglie di Grana Padano nel sorbetto di pere coscia siciliane, per non parlare delle tante possibili applicazioni del mascarpone, come i popolarissimi Tiramisù e Mascarpone e cioccolato.
Ma il protagonista di questo post sarà il labneh, ovvero una crema ottenuta dallo sgocciolamento dello yogurt fresco. Tradizionalmente utilizzato nella cucina libanese, il labneh è molto popolare anche da noi nelle sue forme commerciali di alcune creme di formaggio spalmabili. In gelateria lo utilizziamo principalmente per il gusto Cheescake e per il gusto Formaggio e pera, versione autunno/inverno su base latte del sorbetto di pere con scaglie di grana.
Questa preparazione è molto semplice ed economica, ho sempre consigliato a tutti i miei studenti di prepararlo in alternativa ai prodotti semilavorati delle aziende: molto comodi, di buona qualità, ma anche molto più costosi rispetto a questa possibilità. Basti pensare che alcune creme di formaggio spalmabili costano dai 9 ai 12 euro al kg, mentre se partiamo da uno yogurt autoprodotto, la nostra preparazione finale ci costa mediamente 1,5 euro al kg: questa differenza con le quantità utilizzate a livello professionale è immensa!

Ingredienti

  • 500g di yogurt fresco intero
  • 8g di sale fino

Materiale

  • Un setaccio a maglia fine
  • Un contenitore per raccogliere il siero

Procedimento

Versare lo yogurt in un setaccio a maglia fine. In alternativa al setaccio si può usare una tela di cotone, alcune garze sterili sovrapposte o un filtro di carta per il caffé americano adagiato sul fondo di un colino, l’importante è che le maglie del nostro strumento siano fitte in modo tale che sgoccioli solamente il siero;

aggiungere il sale allo yogurt e mescolare bene;
riporre in frigorifero per almeno 8h. Io preferisco aspettare 12h per avere una consistenza ancora più densa e la resa è di circa il 50%, ovvero dai 500g di yogurt iniziali si ottengono circa 250g di labneh.
 
Tips
 
Non buttare il siero sgocciolato, ricco di proteine e sali minerali, puoi usarlo come sostituto di latte e acqua nelle preparazioni di dolci e gelati.
Se usi uno yogurt senza lattosio ottieni una crema di yogurt ancora più digeribile.
Puoi mescolare due o più tipi di yogurt, come ad esempio di capra o di pecora, per ottenere un gusto diverso.
 
 
A questo punto la crema di yogurt è pronta, devi solo decidere se consumarla così com’è o se aggiungere erbe aromatiche, spezie o frutta secca.
 
In gelateria la usiamo per preparare il gusto cheescake alla pera. Voi conoscevate questo semplice procedimento?

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