Il Tour de France a Firenze

Per la prima volta nella sua lunga storia, sabato 29 giugno il Tour de France prenderà il via dall’Italia. La città di Firenze farà da scenario d’eccezione per l’avvio dell’edizione 2024 di una delle corse ciclistiche più prestigiose al mondo.

 

Una partenza speciale

Per quanto le sue origini possano essere ricondotte alla politica francese del XIX secolo, il primo Tour fu organizzato nel 1903, con partenza e arrivo a Parigi e tappe intermedie a Lione, Marsiglia, Bordeaux e Nantes. Dal 1954 numerose città hanno ospitato il Grand Départ fuori dalla Francia, conferendo a ogni edizione un’atmosfera e un sapore distintivi.

Per l’evento di quest’anno, la partenza in modalità non competitiva avrà luogo al Villaggio alle Cascine in un’area preparata appositamente. Intorno a mezzogiorno, i ciclisti faranno rotta verso Piazza della Signoria per un inizio cerimoniale alla presenza delle autorità locali. La carovana sfilerà sotto i monumenti storici fino al panoramico piazzale Michelangelo. Da qui, il percorso dirigerà verso Gavinana per rendere omaggio al leggendario Gino Bartali, una delle figure più amate e rispettate del ciclismo italiano.

 

La tappa Firenze-Rimini

Il vero inizio competitivo del Tour avverrà fuori dal perimetro cittadino, a Bagno a Ripoli. Da qui, i ciclisti affronteranno un percorso che li condurrà attraverso Pontassieve, Pelago, Rufina, Dicomano e San Godenzo. Queste località offriranno un assaggio delle bellezze naturali della Toscana, con strade panoramiche e impegnative salite dell’Appennino tosco-emiliano. Il tratto appenninico sarà caratterizzato da 3.800 metri di dislivello positivo, e includerà il passo di Valico Tre Faggi e altre ripide salite, con l’ultima sfida situata nel cuore della Repubblica di San Marino, poco prima dell’arrivo a Rimini.  Questo percorso promette di essere un banco di prova significativo per i ciclisti e potrebbe già determinare chi indosserà la prima Maglia Gialla.

Il tour si sposterà quindi tra Emilia Romagna e Piemonte per le due tappe seguenti. Approderà successivamente in Francia e si avvicinerà nel corso di luglio alla sua destinazione, la città di Nizza, che sostituirà Parigi come traguardo di questa edizione a causa delle concomitanti Olimpiadi.

Per il momento però tutti gli occhi sono puntati su Firenze, teatro di uno spettacolo che unisce le emozioni della competizione e le bellezze della città. E dopo aver assistito al passaggio dei ciclisti, non dimenticate di celebrare l’evento con una sosta all’Antica Gelateria Fiorentina.

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Cortei e fuochi d’artificio: la festa di San Giovanni

Ogni 24 giugno Firenze si anima per celebrare il suo patrono, San Giovanni Battista. Si tratta di un evento atteso sia dai cittadini che dai turisti, con un’agenda di appuntamenti che culmina con i celebri “fochi“.

I festeggiamenti sono iniziati con una settimana di anticipo, ma è nel giorno del patrono che sono previste le attività principali. Tra queste, il corteo storico che attraversa le strade della città in un viaggio nel tempo che riporta in vita le antiche tradizioni fiorentine. La serata è invece dedicata allo spettacolo pirotecnico, organizzato dalla Società San Giovanni Battista con il supporto della Fondazione CR Firenze. Quest’anno, oltre ai tradizionali gigli colorati e al tricolore nazionale, il cielo si tingerà di giallo in omaggio alla partenza del Tour de France da Firenze. La “scarica finale”, sempre molto attesa, sarà completamente rinnovata per sorprendere tutti i presenti.

 

Le origini della festa

La Festa di San Giovanni ha radici che risalgono a molti secoli fa. Originariamente, il protettore della Firenze romana era il dio Marte. Solo con l’arrivo dei Longobardi nel VI secolo il culto di San Giovanni Battista iniziò a diffondersi, e le prime celebrazioni documentate risalgono al XIII secolo. Inizialmente, la festa durava quattro giorni e combinava riti cristiani con quelli pagani legati al solstizio d’estate.

Le celebrazioni comprendevano processioni, mostre delle arti e l’offerta di ceri davanti al Battistero di San Giovanni Battista, una tradizione che persiste ancora oggi. Un tempo, si correva anche il Palio dei Cocchi, una gara di carrozze trainate da cavalli che si svolgeva in piazza Santa Maria Novella, istituita da Cosimo I de’ Medici nel XVI secolo e continuata fino al 1858. La piazza conserva ancora i due obelischi che segnavano il percorso di gara.

Con l’avvento della polvere da sparo, i falò tradizionali si trasformarono in spettacoli pirotecnici. Dal 1796, è la Società di San Giovanni Battista a organizzare i fuochi d’artificio, diventati nel tempo una delle attrazioni principali della festa. I primi razzi, simili a quelli attuali, furono lanciati nel 1826 da piazza della Signoria. Lo spettacolo si è successivamente spostato al piazzale Michelangelo, da dove vengono sparati ancora oggi.

 

Il programma

I festeggiamenti inizieranno alle 8:30 del mattino con il Corteo degli Omaggi, che partirà da via Folco Portinari e si unirà al Corteo Storico della Repubblica Fiorentina in piazza Duomo. I figuranti raggiungeranno poi Piazza della Signoria per la consegna della Croce di San Giovanni al sindaco di Firenze e l’esibizione degli sbandieratori alle ore 9:00.

Alle 10:00, presso la Loggia del Bigallo si svolgerà l’Ostensione del Reliquiario della Società di San Giovanni Battista e delle Croci di San Giovanni, un evento che torna per la prima volta dopo la pandemia. Alle 10:30, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, avrà luogo la messa solenne in onore del patrono, durante la quale verrà ordinato il nuovo vescovo di Firenze, Don Gherardo Gambelli.

La serata si aprirà invece alle 21:00 con il concerto della Banda Musicale della Polizia di Stato sul Lungarno della Zecca Vecchia. Infine alle 22:00 inizierà l’atteso spettacolo pirotecnico, che illuminerà il cielo di Firenze per circa quaranta minuti. I fuochi verranno sparati dal piazzale Michelangelo e offriranno una vista spettacolare da vari punti della città.

 

Da dove guardare i fuochi

La prima scelta per godersi lo spettacolo in città sono probabilmente i Lungarni: dal Lungarno della Zecca Vecchia e dal Ponte Santa Trinita l’ottima vista del Ponte Vecchio si unisce a quella dei fuochi d’artificio. Per chi preferisce evitare la confusione del centro, il Lungarno del Tempio con i suoi molti locali estivi costituisce un’ottima alternativa.

Numerosi alberghi e ristoranti nel cuore di Firenze dispongono di terrazze panoramiche e roof garden che offrono una vista eccezionale, ma è necessario verificare in anticipo la necessità di una prenotazione per assicurarsi un posto.

Infine, spostandosi verso le colline di Fiesole è possibile ammirare uno spettacolo molto suggestivo, in una location unica e meno affollata rispetto al centro.

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Gelato Cooking Class

sarai in grado di fare le tue sperimentazioni a casa!

Con i nostri Gelato Cooking Class potrai visitare un vero laboratorio di una gelateria artigianale nel centro di Firenze. Il nostro laboratorio è molto piccolo, ma abbiamo tutto il necessario per produrre ingredienti e gelati. Il gelatiere Francesco Sini ti mostrerà il ciclo del gelato artigianale e ti insegnerà i principali fondamenti alla base della produzione del gelato artigianale. Produrremo insieme un gusto e alla fine della lezione sarai in grado di fare le tue sperimentazioni a casa!

Quanto dura? 1 ora
Quante persone possono partecipare? Massimo 5 persone
In quale lingua viene svolta la lezione? In italiano o in inglese, con la possibilità di organizzare anche in altre lingue.
Quanto costa? 40 € adulti, 20 € fino a 12 anni

Per maggiori informazioni e per prenotazioni, utilizza il pulsante whatsapp che trovi qui in basso a sinistra.

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chef Fabio Picchi

Intitolare un angolo a Fabio Picchi

La morte dello chef, scrittore e personaggio tv Fabio Picchi ha sconvolto Firenze. Un grande appassionato di cucina, il fondatore dello storico ristorante Cibrèo aperto nel 1979 nel cuore di Firenze e diventato un tempio della cucina toscana a cui negli anni si sono affiancati il Caffè Cibrèo, il Cibreino e il Teatro del Sale, fondato con la moglie Maria Cassi. Era malato da tempo ma fino ad alcuni giorni fa, dopo aver lasciato l’attività del ristorante al figlio Giulio, ancora lavorava al suo ultimo progetto, sempre nel quartiere di Sant’Ambrogio a Firenze: C.Bio – Cibo Buono Italiano e Onesto, una grande bottega-mercato.

“Il suo estro, la sua passione per la vita e per il suo lavoro, la sensibilità verso i temi dell’ambiente, dell’inclusione sociale facevano di Fabio una persona vera, animata dal desiderio di partecipare alla comunità fiorentina” (il sindaco Dario Nardella).

Non ho avuto il piacere di conoscere Fabio di persona (conosco il figlio Giulio), ma ne ho sempre apprezzato la personalità: simpatico, estroso, visionario, sensibile. Il suo modo delicato, quasi poetico, di portare innovazione in ogni preparazione senza offendere la tradizione, ma anzi inserendosi con grazia nel suo lento e progressivo mutamento. Aveva quella passione che riponeva in ogni sua parola, in ogni gesto. È stato un grande esempio di come l’esperienza della ristorazione sia un qualcosa che dovrebbe superare i freddi confini del piatto, sia per chi si siede a mangiare, ma anche per chi non si vede mentre è intento a lavorare con gli ingredienti.

Su change.org è nata una petizione per intitolare il canto che si trova tra via de Macci e via del Verrocchio, allo chef. “Quel pezzo di strada da 15 anni ospita tutta la ristorazione di Fabio Picchi. Per tante persone è da anni Canto del Picchi, facciamolo diventare reale. In questo modo lo spirito di Fabio Picchi resterà per sempre in quell’angolo della zona di Sant’Ambrogio che ha fatto diventare famoso ovunque si parli di buona cucina”. A questo link la petizione.

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Ingredienti: labneh, crema di yogurt

Quando in gelateria nominiamo il formaggio, molti clienti italiani storcono il naso, forse perché con questo termine viene in mente un alimento da abbinare al salato più che al dolce. Normalmente basta citare la cheescake o l’accoppiata formaggio e pera per riportare tutti alla calma.
D’altra parte gli ingredienti principali del gelato sono (dovrebbero essere) il latte e la panna freschi, è naturale che ogni loro derivato possa essere utilizzato per le più svariate creazioni. Si va dalla ricotta di mucca nella classica cassata alla siciliana, alla ricotta salata di pecora nel nostro Cuor di Pardula (crema, ricotta, zafferano e scorza di agrumi); dal sapore pungente del Caprino, formaggio a pasta molle di capra usato nell’omonimo gusto su base latte di capra, alle scaglie di Grana Padano nel sorbetto di pere coscia siciliane, per non parlare delle tante possibili applicazioni del mascarpone, come i popolarissimi Tiramisù e Mascarpone e cioccolato.
Ma il protagonista di questo post sarà il labneh, ovvero una crema ottenuta dallo sgocciolamento dello yogurt fresco. Tradizionalmente utilizzato nella cucina libanese, il labneh è molto popolare anche da noi nelle sue forme commerciali di alcune creme di formaggio spalmabili. In gelateria lo utilizziamo principalmente per il gusto Cheescake e per il gusto Formaggio e pera, versione autunno/inverno su base latte del sorbetto di pere con scaglie di grana.
Questa preparazione è molto semplice ed economica, ho sempre consigliato a tutti i miei studenti di prepararlo in alternativa ai prodotti semilavorati delle aziende: molto comodi, di buona qualità, ma anche molto più costosi rispetto a questa possibilità. Basti pensare che alcune creme di formaggio spalmabili costano dai 9 ai 12 euro al kg, mentre se partiamo da uno yogurt autoprodotto, la nostra preparazione finale ci costa mediamente 1,5 euro al kg: questa differenza con le quantità utilizzate a livello professionale è immensa!

Ingredienti

  • 500g di yogurt fresco intero
  • 8g di sale fino

Materiale

  • Un setaccio a maglia fine
  • Un contenitore per raccogliere il siero

Procedimento

Versare lo yogurt in un setaccio a maglia fine. In alternativa al setaccio si può usare una tela di cotone, alcune garze sterili sovrapposte o un filtro di carta per il caffé americano adagiato sul fondo di un colino, l’importante è che le maglie del nostro strumento siano fitte in modo tale che sgoccioli solamente il siero;

aggiungere il sale allo yogurt e mescolare bene;
riporre in frigorifero per almeno 8h. Io preferisco aspettare 12h per avere una consistenza ancora più densa e la resa è di circa il 50%, ovvero dai 500g di yogurt iniziali si ottengono circa 250g di labneh.
 
Tips
 
Non buttare il siero sgocciolato, ricco di proteine e sali minerali, puoi usarlo come sostituto di latte e acqua nelle preparazioni di dolci e gelati.
Se usi uno yogurt senza lattosio ottieni una crema di yogurt ancora più digeribile.
Puoi mescolare due o più tipi di yogurt, come ad esempio di capra o di pecora, per ottenere un gusto diverso.
 
 
A questo punto la crema di yogurt è pronta, devi solo decidere se consumarla così com’è o se aggiungere erbe aromatiche, spezie o frutta secca.
 
In gelateria la usiamo per preparare il gusto cheescake alla pera. Voi conoscevate questo semplice procedimento?

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