Fiorentini illustri: Amerigo Vespucci

Amerigo Vespucci è uno di quei personaggi che hanno segnato radicalmente la storia delle esplorazioni geografiche, al punto che il suo nome stesso è legato al continente che fu oggetto dei suoi viaggi. Nato a Firenze nel 1454, visse in un’epoca di grandi scoperte e trasformazioni globali. Per quanto non sia stato il primo a sbarcare nelle Americhe, fu tra i primi a comprendere che quelle terre erano un “Nuovo Mondo” del tutto distinto dall’Asia.

 

La formazione a Firenze

Amerigo Vespucci apparteneva a una famiglia fiorentina di origine nobile, ben inserita nella vita economica e culturale della città. I Vespucci erano banchieri e mercanti, e questa vocazione commerciale influenzò profondamente la sua vita. Il giovane Amerigo ricevette un’educazione umanistica di alto livello. Fu però anche introdotto a materie come geografia e astronomia, che ebbero un ruolo cruciale nella sua carriera. Si integrò presto nell’ambiente cosmopolita della famiglia Medici, che governava Firenze, e trovò impiego come funzionario presso la banca del casato.

 

Un nuovo continente

Le esperienze professionali con i Medici lo portarono a più riprese a Siviglia. Vi si trasferì definitivamente nel 1492, anno in cui dalle coste spagnole Cristoforo Colombo fece rotta verso le “Indie Occidentali” scoprendo a sua insaputa un nuovo continente. Vespucci entrò così in contatto con l’ambiente dei navigatori e dei mercanti, che accese in lui la passione per l’esplorazione.

Il suo primo viaggio documentato avvenne tra il 1499 e il 1500 al servizio della corona spagnola. Durante questa spedizione esplorò le coste che oggi appartengono al Venezuela e al Brasile. Iniziò a sospettare allora che quelle terre non fossero parte dell’Asia come supposto fino a quel momento.

Vespucci cercò di verificare questa intuizione durante il suo secondo viaggio, avvenuto tra il 1501 e il 1502 e finanziato da capitali portoghesi. Fu in quest’occasione che all’interno delle sue lettere utilizzò per la prima volta l’espressione “Nuovo Mondo” per descrivere le terre che stava esplorando. Le sue dettagliate osservazioni contribuirono a convincere i geografi europei che il continente in questione fosse in effetti qualcosa di completamente diverso dalle regioni conosciute fino a quel momento.

 

«Nei giorni passati ti ho scritto piuttosto diffusamente del mio ritorno da quelle nuove terre che, con la flotta e i finanziamenti e il mandato del Serenissimo Re di Portogallo, abbiamo cercato e trovato. Le quali è lecito chiamare Nuovo Mondo, dato che i nostri avi non ne ebbero alcuna cognizione e quindi costituiscono per tutti quelli che ci ascoltano una novità assoluta.»

(Da una lettera a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici)

 

Fu proprio grazie a queste lettere, scritte con uno stile vivace e descrittivo, che il cartografo tedesco Martin Waldseemüller propose pochi anni dopo di dare al nuovo continente il nome “America” in suo onore. Questa attribuzione ha sollevato innumerevoli controversie nel corso dei secoli. Le contraddizioni presenti nelle lettere hanno infatti portato molti storici a ritenere che gli avvenimenti riportati fossero stati esagerati e romanzati. È un tema tuttora dibattuto ed è noto come “questione Vespucciana”. La prolungata disputa non ha comunque impedito che il suo nome restasse per sempre legato a questa importante pagina di storia.

 

L’eredità

Oggi il lascito di Amerigo Vespucci nel campo della navigazione è rappresentato anche dalla nave scuola della Marina Militare a lui intitolata. Costruita nel 1931 e definita “il veliero più bello del mondo”, è attualmente impegnata in un tour mondiale di 20 mesi iniziato nel luglio 2023. Come ambasciatrice UNESCO e UNICEF, approderà in 28 Paesi di 5 continenti diversi, testimone dell’eccellenza culturale e produttiva italiana.

Anche Firenze naturalmente ricorda il suo più celebre navigatore con diversi monumenti e istituzioni. Chi vuole ripercorrere le sue tracce può trovare, nella Cappella Vespucci della Chiesa di Ognissanti, la tomba dove è forse sepolto. Nel piazzale degli Uffizi si trova invece una statua che lo raffigura. A pochi passi di distanza, infine, il Museo Galileo dedica una sezione ai grandi navigatori fiorentini e a colui che più di ogni altro tra loro ha contribuito alla storia delle esplorazioni.

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