Fiorentini illustri: Leonardo da Vinci

Tra i molti personaggi che hanno arricchito con la loro arte e il loro ingegno la storia di Firenze nel corso dei secoli, pochi possono competere con Leonardo da Vinci in quanto a notorietà. La sua straordinaria versatilità gli consentì di eccellere nei campi più svariati, che includono pittura, scultura, architettura, ingegneria e anatomia. Maestro nel coniugare arte e scienza, apportò innovazioni rivoluzionarie in numerosi ambiti, incarnando perfettamente l’immagine classica del genio rinascimentale.

 

Cittadino del mondo

Nato il 15 aprile 1452 a Vinci, un piccolo borgo che sorge a trenta chilometri dal capoluogo toscano, si trasferì a Firenze a diciassette anni per diventare apprendista nella bottega del pittore e scultore Andrea Verrocchio. Vi rimase molti anni, tornandovi anche dopo i lunghi soggiorni a Milano, Mantova e Venezia. Inviato inizialmente in missione da Lorenzo il Magnifico come ambasciatore di Firenze nell’ambito delle politiche diplomatiche con le varie signorie italiane, Leonardo visse a lungo lontano dalla sua città. I suoi viaggi lo portarono infatti a lavorare presso committenti di molte corti. Durante gli anni della maturità, anche a causa delle turbolente vicende politiche dell’epoca, si trasferì a Roma e nello Stato Vaticano. Partì infine per la Francia, e ad Amboise visse in serenità il suo ultimo periodo assistito da due fedeli allievi.

 

Opere incompiute e opere perdute

Se la Gioconda e l’Ultima Cena sono i suoi lavori più celebrati, occorre ricordare che sono diverse le opere che completò solo parzialmente. Altre non sono invece mai giunte fino a noi. Tra tutte, un possibile capolavoro perduto affascina studiosi e appassionati: si tratta di un’imponente scultura raffigurante il duca di Milano Francesco Sforza a cavallo. Leonardo lavorò ai disegni e al modello per 17 anni, ma nel 1499 l’opera fu distrutta durante l’invasione francese di Milano.

 

I segreti dei suoi scritti

Fortunatamente, la maggior parte della considerevole collezione di lavori lasciati da Leonardo è sopravvissuta ai secoli. Tra questi figurano circa 6000 pagine di diari ricche di idee e progetti. Si tratta di una sterminata raccolta di informazioni, che offre uno sguardo unico su una delle menti più brillanti di tutti i tempi.

Molte di queste pagine sono state scritte al contrario e potevano essere lette agevolmente solo tenendole davanti a uno specchio; piuttosto che essere un metodo di cifratura, si pensa che Leonardo, essendo mancino, scrivesse in questo modo per evitare sbavature. Nel 1994, il fondatore di Microsoft Bill Gates acquistò per la cifra di 30,8 milioni di dollari uno di questi taccuini, il Codex Leicester, che diventò così il libro più costoso mai venduto.

 

Il legame con Firenze

Molti degli appunti di Leonardo riguardano la sua vita quotidiana, e comprendono addirittura alcune liste della spesa. Ci parlano però anche del rapporto che aveva con la sua città, che egli continuò a rievocare negli anni trascorsi all’estero definendosi “pittore fiorentino”. I suoi scritti riportano, tra le altre cose, il periodo di formazione con Verrocchio e la genesi delle sue opere, gli studi sull’anatomia umana compiuti nello Spedale di Santa Maria Nuova e gli esperimenti di volo con ala meccanica avvenuti vicino a Fiesole. Una testimonianza straordinaria che ricorda il profondo legame tra Firenze e il suo cittadino più illustre.

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