I quartieri di Firenze: il rione San Lorenzo
Tra i vari angoli di Firenze, il quartiere di San Lorenzo è quello che più di ogni altro rivela l’anima al tempo stesso popolare e nobile della città. Qui sono state scritte molte pagine note e meno note nella storia del centro storico. Qui si snodano alcune delle vie a cui da sempre i fiorentini sono maggiormente legati. Ed è qui che ai tradizionali mercati, dove da secoli si commercia in cuoio e generi alimentari, si affiancano gli edifici residenziali e i luoghi di culto dove svariate generazioni della famiglia Medici hanno trascorso la loro vita quotidiana.
Un quartiere dinamico
Dal punto di vista amministrativo, il rione comprende non solo il cuneo di vie attorno alla basilica, ma anche un’area irregolare che si spinge a nord fino ad includere piazza dell’Indipendenza e l’intera Fortezza da Basso. In realtà il cuore del quartiere si limita all’area più modesta che da piazza San Giovanni abbraccia piazza San Lorenzo fino alle strade che circondano il Mercato Centrale. Sotto molto aspetti, si tratta di un mondo a sé stante rispetto al resto del centro storico.
Il rione è caratterizzato infatti da vedute, suoni e profumi che lo rendono unico nell’eterogeneo panorama fiorentino. Passeggiare per San Lorenzo significa immergersi nell’odore del cuoio tipico delle bancarelle e nelle infinite fragranze che contraddistinguono il Mercato Centrale. Significa incrociare una moltitudine di volti e culture, e ascoltare voci e rumori che possono risultare sorprendenti e all’apparenza dissonanti. Non è un quartiere adatto a chi è in cerca di un angolo di tranquillità. Il fragore del tradizionale mercato all’aperto rende queste vie le più vivaci della città. Come ad incorniciare la quotidiana attività dei commercianti, mattina e sera portano anch’esse i loro suoni tipici, dominati dallo sferragliare dei carretti che si muovono tra le vie in cui sostano nelle ore di apertura e i fondi limitrofi dove riposano durante la notte.
Il rione che racchiude popolo e signoria
La prima tentazione, per chi giunge in visita in questa parte della città, è quella di identificare il quartiere con l’omonima basilica. Dopotutto, la fondazione della primitiva cattedrale che sorgeva nel sito dell’attuale complesso coincide con l’origine stessa della tradizione cristiana a Firenze. Per quanto nulla di quella prima costruzione sia giunto fino a noi, il legame dell’attuale chiesa con la storia fiorentina è indiscutibile.
San Lorenzo riesce però a soddisfare le aspettative dei visitatori più diversi. Le bancarelle che durante le ore diurne animano le sue brulicanti vie presentano una varietà di tipici oggetti in pelle e souvenir. È invece dedicato all’universo gastronomico il Mercato Centrale, nella sua doppia veste di mercato alimentare e di area dedicata alla ristorazione. L’intero quartiere, del resto, è costellato di osterie e ristoranti che accolgono sia una clientela turistica che quella in cerca di un’offerta più genuinamente tradizionale.
È sufficiente però allungare lo sguardo oltre i banchi del cuoio per scorgere le architetture imponenti della Firenze dei signori. Nel XV secolo, infatti, i Medici elessero la zona a quartiere di famiglia, fondandovi la propria residenza. Al di là della basilica stessa, sono molti gli edifici che furono testimoni della massima gloria della Repubblica. Nell’elegante Palazzo Medici Riccardi vissero personaggi come Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, che riposano a poca distanza nelle cappelle del casato. Parte del complesso della basilica è anche dedicato alla Biblioteca Medicea Laurenziana, una delle principali raccolte di manoscritti al mondo, nata proprio dalle collezioni librarie di famiglia.
Turismo e comunità
Un passato millenario per un quartiere che resta oggi uno dei crocevia più vivi ed emblematici di Firenze. Nella sua lunga storia, San Lorenzo si è sempre contraddistinto per le sue due anime. Da una parte la forte vocazione commerciale, che la rende una delle destinazioni turistiche più popolari della città. Dall’altra la comunità costituita da chi nel quartiere ci risiede, magari da innumerevoli generazioni, nella ricerca costante di un equilibrio tra la riservatezza della vita privata e l’estrosità di ristoranti, mercati e bancarelle.