Il caffè: storia e storie di una bevanda miracolosa

Martedì primo ottobre si festeggia l’annuale giornata mondiale del caffè. È l’occasione per celebrare una bevanda che in tutto il mondo rappresenta per tantissime persone un rituale quotidiano dalle connotazioni quasi sacre.

Sostenuta dall’Organizzazione Internazionale del Caffè, la giornata fu lanciata nel 2015 nel corso dell’Esposizione Universale di Milano. Il tema centrale della manifestazione era “nutrire il pianeta, energia per la vita”. In linea con questa visione, la ricorrenza si propone tra le altre cose di promuovere un commercio equo e solidale, nonché di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà affrontate dai coltivatori.

 

Tra storia e leggenda

Le prime evidenze verosimili relative alla conoscenza e alla diffusione del caffè risalgono alla metà del XV secolo. Sembra che nell’attuale Yemen il processo di tostatura e preparazione dei chicchi fosse all’epoca già relativamente simile alla procedura utilizzata oggi. L’importazione in Europa due secoli più tardi suscitò immediatamente grande interesse; molti accolsero però la novità con sospetto, al punto da considerarla perfino pericolosa. Il medico e letterato toscano Francesco Redi, che considerava il vino l’unico nettare degno di riconoscimento, si espresse addirittura in questi termini:

 

«Beverei prima il veleno / Che un bicchier, che fosse pieno / Dell’amaro e reo caffè.»

 

Per fortuna dei posteri, il definitivo successo della bevanda era già stato decretato da papa Clemente VIII, che qualche anno prima l’aveva dichiarata deliziosa. Le caffetterie europee sarebbero presto diventate centri vitali di scambio intellettuale, attorno ai quali ruotavano artisti, filosofi e uomini d’affari.

La scoperta del caffè è però legata anche a numerose leggende che sono probabilmente solo frutto di fantasia. La più celebre riguarda un pastore etiope del IX secolo di nome Kaldi. Dopo aver notato che le sue capre diventavano molto vivaci dopo aver mangiato le bacche rosse di un particolare arbusto, un giorno decise di assaggiarle anche lui. Il loro effetto energizzante lo colpì a tal punto che decise di portare le bacche a un monaco di un vicino monastero. Non approvandone l’uso, questi le gettò nel fuoco e senza volere ne sprigionò così un aroma delizioso. I chicchi, ora arrostiti, furono rapidamente recuperati dalle braci, macinati e mescolati con acqua calda, dando vita alla prima tazza di caffè della storia.

 

Infinite incarnazioni

Dalla classica moka al moderno cold brew, ogni metodo di preparazione esalta diverse note aromatiche. La versatilità del caffè lo rende però protagonista di una varietà di applicazioni anche in ambito gastronomico, specialmente in pasticceria. Se il primo dolce a cui tutti pensano è il tiramisù, vale la pena ricordare le innumerevoli creazioni che è possibile realizzare a partire da questo ingrediente, come torte, semifreddi e bignè. All’Antica Gelateria Fiorentina lo proponiamo in due varianti tutte da gustare: un classico gelato e in forma di affogato.

 

Il ruolo del caffè in un’economia globale

Oggi l’amata bevanda riveste una posizione rilevante da un punto di vista macroeconomico. Le piante da cui deriva costituiscono la coltivazione più importante nei Paesi in via di sviluppo, in particolar modo in Africa orientale e Centro America. La naturale instabilità economica di questo mercato favorisce gli esportatori a discapito dei piccoli coltivatori, che a causa del loro persistente bisogno di liquidità non sono in grado di negoziare prezzi convenienti.

Anche per questo, l’adozione di un commercio equo e solidale è un tema molto dibattuto nell’universo del caffè. Per quanto le implicazioni economiche ed etiche di questo sistema siano variabili, privilegiare relazioni commerciali fondate sul dialogo, la trasparenza e il rispetto permette di garantire una maggiore equità degli scambi. Grazie a queste partnership, i produttori beneficiano di condizioni migliori ed hanno un ruolo attivo nell’ambito di uno sviluppo sostenibile. Le pratiche agricole adottate in quest’ottica rispettano tematiche di grande importanza, come ambiente, lavoro forzato e lavoro minorile.

Dal coltivatore al consumatore, la scelta di una filiera certificata contribuisce a tutelare il patrimonio economico, ambientale, umano e culturale dei Paesi interessati. Una presa di coscienza fondamentale per una bevanda così speciale, la cui storia passata e presente richiama un viaggio che attraversa secoli, continenti e civiltà.

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